Eccoci qui, dopo una lunga pausa e diverse peripezie si ricomincia con la sana abitudine del Diario di lettura. E si ricomincia con un saggio – nello specifico, un saggio che tratta di un argomento che si trova a metà strada tra l’attualità e la Storia: “La Repubblica di Sabbiolino – Ddr… ma non troppo!” di Francesco Pietro Cristino.
Cristino è un giornalista, vice-caporedattore della redazione interni del Tg1 della Rai. Qualche settimana fa mi ha contattato per chiedermi se fossi disposto a leggere il suo ultimo libro e a fargli sapere cosa ne pensassi. Il libro racconta la storia della Germania Est e della caduta del muro di Berlino dal punto di vista inedito di Sabbiolino, il protagonista del “Saluto della sera”, un programma per bambini trasmesso tutte le sere sulla tv della vecchia Ddr. Sì, Sabbiolino, lo stesso personaggio del folklore nord-europeo che mette a dormire i bambini e porta sogni d’oro facendo cadere una sabbiolina magica sui loro occhi – magari lo conoscete come il Sandman del film d’animazione “Le Cinque Leggende”. Ma perché raccontare la Storia delle due Germanie da questo punto di vista? Be’, il motivo è semplice: Sabbiolino è forse l’unico export culturale di successo della Germania Est, tanto che, quando il muro è caduto, ha continuato ad andare in onda e va in onda ancora oggi sui canali della Germania riunificata.
Devo ammettere che “La Repubblica di Sabbiolino” mi ha incuriosito. Qui inserisco la mia professione d’ignoranza: quello della Germania Est e della caduta del muro è un argomento che conosco poco. Ma ho sempre voluto colmare questa mia lacuna – per questo motivo, quando Cristino mi ha scritto, ho pensato che fosse l’occasione giusta. E così, eccomi qua, dopo aver letto il libro e aver scambiato qualche e-mail con l’autore, finalmente a parlarvene!
Veniamo a noi. Come accennavo, “La Repubblica di Sabbiolino” racconta le vicende della Ddr, ovvero della Repubblica Democratica Tedesca (alias Germania Est), dal punto di vista di Sabbiolino e del mondo dell’infanzia. Raccontare la Storia è una sfida insidiosa: si potrebbe pensare che il modo più naturale per farlo sia quello di seguire un ordine cronologico, ma un ordine cronologico implica una struttura narrativa (sia anche la più lineare, formata solo da inizio, svolgimento e conclusione) e una struttura narrativa porta con sé il rischio di semplificare gli eventi e le loro connessioni in uno schema che tradisce la loro reale complessità. Cristino questo lo sa bene e approfitta, infatti, della sua posizione di giornalista e non di storico per poter raccontare gli eventi seguendo un percorso più libero: nel suo libro, la vicenda di Sabbiolino e del suo programma televisivo diventa il fil rouge per non perdersi in un viaggio tra i temi più disparati, dall’infanzia nella Ddr alle differenze economiche tra Est e Ovest nella Germania di oggi, dall’economia di allora alle barzellette come strumento di dissenso politico, dalla limitazione dei viaggi alla caduta del muro, dall’entusiasmo per una libertà ritrovata fino alla cosiddetta Ostalgie – la nostalgia di chi, cresciuto ad Est del muro, ripensa oggi alla sua giovinezza. Scegliendo di organizzare il discorso per temi, Cristino ha così evitato il rischio di fissare la realtà storica in una narrazione semplificante ed è riuscito a rendere giustizia alla complessità degli eventi.
Non solo: proprio grazie alla scelta di organizzare il libro secondo una struttura tematica e non cronologica, capitolo dopo capitolo introduce argomenti sempre nuovi – e questo è sicuramente utile per tenere alto l’interesse (e la curiosità) dei lettori, anche di quelli che non sono abituati a leggere saggi di argomento storico. C’è però un altro rischio: un lettore che conosce poco la storia della Germania Est potrebbe temere di perdersi in una trattazione così libera e pensare che, forse, sia più adatta a chi conosce già la storia e vuole rivederla da una nuova prospettiva. Io stesso, per esempio, l’ho temuto – ma non è andata così. Cristino riprende sempre le informazioni necessarie per seguire il filo del discorso e ti conduce da un argomento all’altro con i tempi giusti. E così, anche un lettore come me, che conosce poco la Storia della Germania Est, è riuscito a leggere tutta “La Repubblica di Sabbiolino” senza confondersi e con una curiosità costantemente rinnovata.
Certo, non posso dire che a fine lettura il libro mi abbia lasciato una conoscenza completa della Storia delle due Germanie, ma questa non era neanche la sua intenzione. Cristino ha scritto “La Repubblica di Sabbiolino” per due diversi pubblici: il primo è quello formato da chi ha già una conoscenza almeno generale dell’argomento, che, attraverso la prospettiva straniante di Sabbiolino, può riflettere sugli eventi da un nuovo punto di vista; il secondo è quello di chi, invece, è completamente a digiuno di queste vicende, ma che può essere incuriosito e invogliato ad approfondirle. Questo era il mio caso e posso dire che, almeno per quanto mi riguarda, è riuscito nello scopo.
Come ho già detto anche a Francesco, una nota separata la merita l’ultimo capitolo: diverso da tutti gli altri, è l’unico che segue una struttura cronologico-narrativa: Cristino racconta degli eventi che hanno portato alla caduta del muro, la sera del 9 Novembre 1989, attraverso una conversazione telefonica con Riccardo Ehrman, il giornalista corrispondente Ansa da Berlino Est che è passato alla storia come colui che con le sue domande ha dato la prima picconata – metaforica, s’intende – al muro. Qui, Cristino dimostra di aver anche talento narrativo, riuscendo a creare tensione nel lettore e un climax che porta a leggere sempre più veloce fino all’evento apicale. La conclusione ideale per questo viaggio in quarant’anni di storia tedesca.
Che altro dire? “La Repubblica di Sabbiolino” è un testo critico che cerca di offrire un punto di vista nuovo sugli eventi della Germania Est e della caduta del muro – il punto di vista di Sabbiolino e di chi in quegli anni era bambino e conosceva la storia filtrata dalle avventure di un pupazzo in televisione. E ci riesce, rivelandosi un libro interessante tanto per chi di questa parte di Storia ha solo una conoscenza generica (come me), quanto per chi invece la conosce già ed è curioso di rivederla sotto una nuova luce.

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